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Consiste in un’opacizzazione del cristallino che comporta disturbi della vista anche gravi. Il cristallino è una sorta di lente situata dietro l’iride e costituita per lo più da acqua e proteine, la quale, grazie alla sua elasticità, può ispessirsi o assottigliarsi consentendo di mettere a fuoco gli oggetti a tutte le distanze. Quando le proteine del cristallino creano degli agglomerati, si determinano delle zone meno trasparenti che compromettono la visione.

Classificazione e cause
Si distinguono cataratte congenite e acquisite. Quelle congenite, piuttosto rare, sono presenti alla nascita o si sviluppano nei primi mesi di vita e possono essere causate da vari fattori: radiazioni o farmaci assunti dalla madre durante la gravidanza; infezioni durante il primo trimestre di gestazione; malattie metaboliche della madre o del feto; malnutrizione della madre; ereditarietà.

Le cataratte acquisite si distinguono in:
– senile (la più diffusa), dovuta oltre che al naturale processo di invecchiamento, all’ossidazione provocata da raggi ultravioletti;
– da traumi;
– da farmaci (soprattutto cortisonici);
– da agenti fisici (calore, raggi x, microonde, UV);
– legate ad altre malattie (dell’occhio, come uveiti, glaucoma, distacco di retina, o da malattie generali, come il diabete o l’ipocalcemia).

Come si manifesta
I sintomi più frequenti sono la visione sfuocata, a volte sdoppiata, con i colori sbiaditi; a volte compaiono aloni intorno alle luci ed eccessiva sensazione di abbagliamento di fronte a luci dirette. Indice di cataratta possono essere anche la frequente necessità di cambiare la gradazione degli occhiali, la recuperata capacità di leggere senza occhiali dopo una certa età (la miopizzazione causata dalla cataratta “compensa” la presbiopia), oppure, al contrario, la difficoltà improvvisa nella lettura.

Terapia
La terapia della cataratta è esclusivamente chirurgica. Nonostante le ricerche, nessuna cura farmacologia si è rilevata efficace. Analogamente non esiste alcun mezzo per arrestare la progressione della malattia, fatta eccezione per la sospensione, quando possibile, dei cortisonici. L’intervento chirurgico consiste quasi sempre nell’aspirazione del nucleo del cristallino, precedentemente frammentato con ultrasuoni per mezzo di una sonda attraverso un taglio di pochi millimetri e nella successiva introduzione di una lentina sintetica che sostituisce la funzione di lente del cristallino. Il tutto si svolge in circa 15 minuti, in anestesia locale o topica (con collirio anestetico). L’uso di occhiali o lenti a contatto può correggere in modo soddisfacente difetti di visione dopo l’intervento.

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